Spettacoli teatrali

La città che vorrei - Una bussola per la legalità

Di seguito cast e descrizioni degli spettacoli teatrali che si terranno nelle giornate dal 23 al 28 maggio, in occasione dell'evento.

Cast

diretto e interpretato da Pierluigi Bevilacqua

Piccola Compagnia Impertinente
di Enrico Cibelli
diretto e interpretato da PIERLUIGI BEVILACQUA
Vincitore Premio Palco off Catania IV ed. Milano off fringe Festival Tragos
Finalista Doit Festival L’artigogolo Scrittori Per Il Teatro Roma

Descrizione

Frichigno! è un monologo a più voci, ad alta voce su Foggia, la città abituata a indossare la maglia nera del Sole 24 Ore. Frichigno! è uno spettacolo sui luoghi da dove veniamo, che per raccontare Foggia si affida a due icone degli anni Novanta: Zdeněk Zeman e Kurt Cobain. Zemanlandia e Nirvana. Frichigno! è una pastiche teatrale che prende il nome dalla parola in codice, usata dai bambini foggiani quando, durante una qualsiasi partita di calcio di strada, il portiere tocca la palla con le mani, fuori dalla propria area. Cercando di non farsi vedere dagli altri. Frichigno! è uno spettacolo che per la prima volta porta in teatro la storia de La Società, la mafia foggiana. Frichigno! è il grido di gente innamorata della propria città.

Cast

di Marco Martinelli ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari

con Alessandro Argnani musica Cristian Carrara 

regia Marco Martinelli 

produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con Teatro La Cucina/Olinda

Descrizione

Slot Machine racconta la caduta vertiginosa di un giocatore, di un annegare nell’azzardo, dove ogni legame affettivo viene sacrificato sull’altare del niente. Amara è la sua fine e, nel suo malato sogno di potenza, delira da solo dal fondo di un fossato di campagna, colpito a morte dai suoi strozzini, allo stesso tempo vittima e carnefice di se stesso.

Il gioco è una sfinge. Come una sfinge, ci interroga sulla nostra natura. E se siamo noi a interrogarlo, a interrogarne il concetto, l’essenza, la presenza millenaria nella storia dell’umanità, come un oracolo antico ci fornisce risposte ambigue: il gioco può manifestarsi come la voragine dell’autodistruzione solitaria, oppure, al contrario, come il senso più alto e bello dello stare insieme, del miracolo della convivenza. Il gioco può rivelarsi strumento demonico o danza angelica, inferno o paradiso, perché va al fondo della nostra enigmatica natura umana.
Il bivio è lì, davanti ai nostri occhi incerti e titubanti di pellegrini, e non vi è nessuna guida sicura che possa suggerirci la strada: è la nostra sorte che è in gioco, e tocca a noi e solo a noi scommettere su quale via prendere. E la scommessa non la si fa una volta per tutte: è una sfida da rinnovare ogni giorno, ad ogni ora di ogni giorno il bivio si ripresenta, implacabile. Dobbiamo puntare, in fondo, sulla strada da percorrere, è il nostro destino, la nostra destinazione: e siamo incastrati, non ci è possibile non scegliere, non possiamo non stare al gioco, al gioco della vita e della morte, non possiamo eludere e scappare. Il prezzo, e le conseguenze della giocata, saremo solo noi a pagarli: quel che, forse, possiamo e dobbiamo scegliere, è da chi e da che cosa lasciarci afferrare.

Cast

Regia: Stefano Corsi, Marcello Strinati
Drammaturgia: Marcello Strinati
Musiche dal vivo: Donato Bonfitto
Teatro della Polvere

Descrizione
“La terra” è un'opera teatrale dedicata alle figure foggiane di Giovanni Panunzio e Mario Nero, e al
loro coraggio e impegno civile. Una messinscena spoglia, due attori e un musicista sul palco: il
reale protagonista di questa storia è il territorio di Capitanata, per molti versi unico, data la
presenza di una mafia a quattro poli, ma poi non così dissimile da qualsiasi altra realtà del sud
Italia, stritolata quotidianamente tra criminalità organizzata, parziale connivenza delle istituzioni e
indifferenza della popolazione residente.
Come si può raccontare una storia che tratta di mafia e antimafia, di dolore, di sacrifici e di eroi
casuali? Con leggerezza, profondità, e rispetto: ciò che emerge dallo spettacolo, a tratti ironico, a
tratti provocatorio, è la domanda: quanto siamo disposti a sacrificare per i nostri principi, per i
nostri cari, per la difesa della nostra terra?

L’Istituto Comprensivo Santa Chiara-Pascoli-Altamura di Foggia ha aderito al progetto “La Carovana dei Pacifici” in considerazione delle emergenze educative di questa fase storica e della interconnessione esistente fra il PTOF della scuola e la filosofia ispiratrice del progetto, che collega idealmente le iniziative pregresse di educazione alla pace e alla legalità, l’idea del “Giardino dei Giusti”, l’insegnamento di religione cattolica, i laboratori di filosofia, di letteratura e di comunicazione visiva.

Il progetto “La Carovana dei Pacifici”, nato da un’idea di Roberto Papetti alla “Casa delle Arti e del Gioco” di Mario Lodi (Drizzona CR), prosegue dal 2015 attraverso l’adesione di molte scuole, biblioteche, associazioni e gruppi che hanno lavorato con i bambini e le bambine sui temi della pace, dell’inclusione e della cittadinanza attiva. La Rete di Cooperazione Educativa “C’è speranza se accade @” ha promosso e sostenuto l’iniziativa, che si avvale della collaborazione dell’Associazione Montessori di Brescia, affinché la riflessione sulla pace cresca e si diffonda, con semplicità e mitezza, attraverso un cammino comune.  Il progetto è fondato sul desiderio di aprire tra bambini e adulti la possibilità di un approccio, semplice e privo di conclusioni univoche, alla comprensione profonda della parola “pace”, a partire dalle esperienze personali, dalle modalità per evitare la violenza e dagli antidoti per smorzarla e trasformarla in azioni positive.

 I bambini e i ragazzi dei 3 gradi scolastici dell’Istituto Comprensivo stanno lavorando:

- nei laboratori di storytelling, con la produzione di scritture diaristiche e di cortometraggi in stop motion;

- sul testo di “Imagine” di John Lennon;

- sulla produzione di un gran numero di sagome, che saranno esposte nella installazione “artistica” del 25 maggio nel chiostro Santa Chiara, insieme a una bandiera tibetana e agli acchiappasogni, metafore dei desideri sulla “città che vorrei”.

Frichigno
Slot machine
La Terra
La carovana dei pacifici