
Partono gli appuntamenti teatrali dell’anno accademico 2025/2026 promossi dal CUTAM - Centro per la diffusione della cultura e della pratica artistica e musicale dell’Università di Foggia.
“Maledetta primavera. Sentieri, miti, cicli e tradizioni” è il titolo dello spettacolo in programma martedì 30 settembre 2025, alle ore 09:30, nell’Aula Magna di Ateneo “Valeria Spada” (via Caggese n. 1 – Foggia). Lo spettacolo, aperto agli studenti dell’Università di Foggia e alle comunità scolastiche, ha per protagonista Daria Paoletta, interprete e autrice – con Rita Pelusio ed Enrico Messina – del testo teatrale.
“La cultura teatrale ha il vantaggio di far dialogare linguaggi e codici diversi tra loro: la performance è, inoltre, occasione di condivisione di conoscenze ed emozioni - ha dichiarato la prof.ssa Tiziana Ragno, coordinatrice del CUTAM -. Questo spettacolo è un caso di riscrittura in chiave contemporanea di un mito celebre, quello di Proserpina, che spiega il ciclo delle stagioni. Lo spettatore sarà stimolato a capire che cosa l’antico ha ancora da dirci su temi mai risolti: il rapporto madre-figlia, la relazione tra fragilità e violenza, il dolore e il riscatto come chiavi dell’umano”.
La pièce inaugura, per il nuovo anno accademico, la stagione degli appuntamenti teatrali del Centro universitario che ha l’obiettivo di offrire opportunità di approfondimento e riflessione – mediante teatro, arte e musica – alla comunità universitaria e all’intera Città, favorendo il radicamento dell’Ateneo nella realtà di Foggia.
Sinossi dello spettacolo:
Lo spettacolo Maledetta primavera riscrive uno dei miti fondanti della nostra cultura, quello del ratto di Proserpina, con gli occhi di una madre sola. Anzi con gli occhi di una donna che è stata figlia di una madre sola. Si tratta di affrontare, con una consapevole, leggera e sferzante ironia, il dolore di una perdita e lo scoramento di una separazione che è, allo stesso tempo, la nascita di una nuova stagione. Si delinea il profilo di una donna che, di fronte al torto subito dalla figlia, si mostra fragile, insicura eppure determinata, disperata e rabbiosa nel suo tentativo di riparare l’ingiustizia, per ritrovarsi, infine, prigioniera lei stessa di una violenza che non genera altro che violenza.
A condurre il racconto l’attrice e autrice Daria Paoletta che, nel vestire i panni ora di Cerere, ora di Proserpina, riporta il mito alla propria esperienza di vita e lo rende prossimo, vicinissimo, permettendoci di rielaborarlo, metabolizzarlo e riconoscerlo. Perché a ciascuna delle nostre vite il mito ha dato forma e nel racconto delle vicende di questi dèi, dal carattere così fortemente esasperato, possiamo ritrovare la nostra personale, intima eppure collettiva, storia di donne e di uomini, di figlie e di figli.
La scrittura compone dunque una narrazione dal ritmo incalzante e tempestoso, densa di ironia, capace di affondare nelle radici del mito per riaffiorare ai giorni nostri e parlare con lucida consapevolezza all’animo umano.